ADDESTRAMENTO COME AZIONE NATURALE

Abbiamo già iniziato a trattare la nostra idea di addestramento nella sezione Rieducazione comportamentale, parlando di alcuni tra i più comuni problemi quali l’ incomprensione uomo-cavallo, e la errata applicazione degli aiuti.

Sappiamo quanto possa essere dannoso quando la paura prende il sopravvento sulla fiducia, in quanto ricorrere alla forza fisica e a punizioni per far valere la propria autorità induce solamente a creare tensione nel cavallo, farlo diventare aggressivo e rifiutarsi di comprendere la richiesta dell’addestratore.

Tutta questa confusione si riduce o scompare quando il cavallo è portato a vedere il suo addestratore come un compagno più anziano.

Attraverso vari metodi di comunicazione è possibile instaurare con i cavalli un rapporto di fiducia e rispetto diventando membri di un branco formato da due elementi.

Il cavallo, essendo un animale più portato alla coesione sociale che alla dominanza, tende facilmente ad atteggiamenti di esplorazione e alla aggregazione. Un ottimo addestramento dovrebbe riuscire a trasferire fiducia nell’ addestratore tale da farlo diventare come un suo conspecifico. Così quando si troverà di fronte ad una minaccia, l’animale cercherà sicurezza presso l’addestratore piuttosto che prendere la fuga.

Non dobbiamo pretendere il rispetto del cavallo ma dobbiamo conquistarlo dimostrandoli equità e chiarezza di intenti.

“I migliori addestratori si riconoscono da movimenti sobri e deliberati, dalla pazienza e dalla semplicità del loro equipaggiamento.” A.F. Fraser

Un buon addestramento facilita inoltre un ampia gamma di comportamenti innati.

Nell’addestramento avanzato, come il Dressage, il cavallo imita le azioni naturali, ad esempio il Passage (trotto rilevato in cui sembra che il cavallo danzi da una diagonale all’altra) ed il Piaffe (la stessa azione compiuta sul posto), simulano l’azione di avvicinamento dello stallone attratto dalla femmina.
Il movimento trasversale, chiamato Appoggiata (diagonale rapido e laterale in cui il cavallo incrocia glia arti esterni su quelli interni), è utilizzato dal cavallo allo stato libero per aumentare il suo spazio personale o lanciare un avvertimento.

Se riusciamo a far si che il nostro cavallo impari ad imparare e si diverta a farlo la cosa giusta sarà resa facile e quella sbagliata difficile.

Non è importante il tempo impiegato per ottenere un buon addestramento ma la prontezza con cui il cavallo accetta l’addestratore ed il compito che gli viene presentato.

Così facendo cavallo e addestratore diventano una squadra.

Marco Pagliai

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