ADDESTRAMENTO CAVALLI CON METODO ETOLOGICO

Molto spesso il cavallo, prima perché visto come una risorsa poi per diffusa ignoranza, è stato sottovalutato come animale dotato di propria intelligenza, personalità e sensibilità, soprattutto sottovalutando il suo particolare linguaggio. Se pensiamo che circa l’80 % delle persone che lavorano con i cavalli li reputano animali stupidi, ci rendiamo conto quanto ancora siamo lontani dalla loro comprensione.


Purtroppo è stato sempre facile dare per scontato che i cavalli fossero animali poco intelligenti senza pensare che la comunicazione tra uomo e cavallo è qualcosa di complesso che non può seguire canoni umani e non può esistere senza la conoscenza di quel linguaggio che l’uomo non ha cercato di capire e che per questo non conosce.

Allora la domanda è:
Perché abbiamo sempre dato per scontato che il cavallo fosse un animale stupido?

Se la risposta fosse perché non capiva il nostro linguaggio allora dovremmo chiederci:

Perché non siamo stati in grado di capire il linguaggio del cavallo?
La risposta è che siamo stati stupidi. Siamo stati stupidi a pensare che l’addestramento del cavallo potesse fondare le proprie radici su azioni troppo spesso di forza, costrittive e dolorose, piuttosto che sforzarsi di pensare che di fronte a noi ci fosse un animale dotato di un grande sistema comunicativo, basato su regole ancestrali, istintive e cognitive, capace di esprimersi, di apprendere con estrema facilità.

L’addestramento dei cavalli dovrebbe fondare le proprie basi sulla conoscenza dei metodi comunicativi naturali, la reattività e la vera natura di questi animali, e permetterci, attraverso questa comunicazione, di sviluppare le naturali attitudini alla esplorazione, alla coesione, alla socializzazione del cavallo fino ad instaurare una fiducia che, senza elementi di disturbo come la paura e il timore, conduca ad una crescita di questo rapporto.

Con la violenza infatti non si può ottenere apprendimento, ma solo paura. E con la paura non si sviluppano crescite costruttive.
Troppo spesso la costrizione viene sostituita alla comunicazione per semplicità e perché questo animale generoso spesso ci concede anche questo incassando senza capire il perché.

“La brutalità comincia dove finisce la conoscenza. Ignoranza e costrizione appaiono simultaneamente.” Charles De Knuffy

Ci vuole un addestratore molto sicuro di se per riuscire a controllarsi in situazioni in cui altri punirebbero l’animale.

La maggiore reattività, sensibilità e necessità di compagnia del cavallo lo rendono, tra tutti gli animali domestici, più incline a legarsi al suo addestratore. Ma ciò lo rende al tempo stesso, anche più soggetto a grandi crudeltà.

Marco Pagliai

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